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Lungi dal rappresentare l'eredità di un passato remoto, la magia e la stregoneria in Africa costituiscono uno strumento d'azione in grado di coniugarsi con le esigenze di un capitalismo di stampo occidentale, interpretato nei termini di accaparramento, di dominio e di competizione, come dimostrano gli autori del volume (F. Finco, "Fra disumanizzazione e umanizzazione"; B. Sombel-Sarr, "Stregoneria e modernità in Africa"; S. de Ménonville, "Pratiche magico-terapeutiche e fabbricazione di talismani (Etiopia)"; E. Jolly, "Una donna dogon di fronte alla giustizia in Mali").